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Nuova pubblicazione «L'uomo e il rischio di Dio»

L'uomo e il rischio di Dio

Opere Complete, vol. 22

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«L’itinerario dell’uomo a Dio si presenta come il più arduo e il più pressante. Senza il riferimento all’Assoluto infatti tutti i valori restano sospesi e l’uomo è esposto al continuo rischio di essere travolto dalla temporalità e di smarrirsi nei trabocchetti della contingenza. I vari tentativi di evadere il problema di Dio dell’ateismo nelle sue forme poliedriche fino alle contemporanee forme della cosiddetta “teologia della morte di Dio”, mostrano la dialettica mai risolta del dramma sconcertante dell’uomo che quaggiù non può attingere e possedere Dio, mentre avverte sempre in qualche modo di non poter stare senza Dio. Dall’altra parte anche il tentativo, a cominciare da S. Anselmo e proseguito dal pensiero moderno fino ai nostri giorni, di attirare Dio all’interno del conoscere e di risolverlo in funzione della soggettività umana, ha mostrato l’illusione di siffatta pretesa e l’inevitabilità della perdita di Dio. Di qui si vede anche l’inefficacia della “volontà di dialogo” con gli atei che aggira il problema dall’esterno e non investe la responsabilità della persona nella fondazione ultima della verità e nell’impegno decisivo della libertà. Per questo l’impegno teoretico, nella posizione del problema di Dio, è solidale con quello della libertà radicale dell’uomo e deve avere la precedenza su ogni sollecitazione contingente».

Cornelio Fabro

Avvertenze riguardanti il volume

La ricerca della verità in C. Fabro ebbe – come lui stesso riconosce – tre direzioni fondamentali: «1° L’approfondimento della nozione metafisica di partecipazione; 2° La determinazione dell’essenza metafisica del principio moderno d’immanenza come “ateismo radicale”; e 3° Il recupero del realismo classico-cristiano nell’esistenzialismo metafisico di Kierkegaard contro l’antropologismo ateo dell’immanenza moderna» (Appunti di un itinerario, Segni 2011, p. 127). Il presente libro L’uomo e il rischio di Dio (d’ora in poi = UrD, Editrice Studium, Roma 1967) che ora si pubblica come n. 22 delle Opere Complete, s’inserisce in questa ricerca. Esso è infatti «una valuazione critica delle risposte moderne al problema di Dio». Con queste parole, C. Fabro sintetizza la tematica del volume UrD (nella voce Atheism dell’Enciclopedia Britannica, USA 1974, vol. I, p. 262 b), mentre Introduzione all’ateismo moderno è ritenuto «una critica e analisi speculativa dell’essenza del pensiero moderno». Di quest’ultimo, afferma nel presente volume che «è una presentazione complessiva della problematica dell’ateismo e del suo sviluppo, sopprattutto in funzione del principio moderno d'immanenza» (p. 31, nota 1).

L’uomo e il rischio di Dio riprende molti dei capitoli dello studio precedente: Dio. Introduzione al problema teologico (d’ora in poi = Dipt, Studium, Roma 1953; Opere Complete, vol. 10, EDIVI, Segni 2007, pp. 186), con molte note aggiunte ed altri arricchimenti (come ad esempio le Appendici del cap. III). Tematiche nuove e importanti affrontate in questo libro (assenti in Dipt) sono ad esempio: l’ateismo moderno, forme e cause dell’A., rimedi indicati dal Concilio Vaticano II (cap. I); l’ambiguità del «dialogo» fra cattolici e comunisti (cap. I); l’argomento ontologico e le sue forme nel pensiero moderno (cap. IV); intorno alla critica kantiana delle prove dell'esistenza di Dio (cap. V) e il problema di Dio nella teologia dialettica (cap. VI).

Due sono le traduzioni fin’ora fatte, una allo spagnolo: Drama del hombre y misterio de Dios, Rialp, Madrid 1977, e un’altra al portoghese: Deus, Herder, São Paolo 1977.

Nel confrontare i testi del Magistero della Chiesa usati da C. Fabro con alcune nuove edizioni dell’Enchiridion Symbolorum, è curioso notare l’assenza, in queste ultime, di alcune frasi ed espressioni usate nei documenti precedenti ed ora soppresse, sembra, senza alcun motivo; ad esempio la frase incontrata in L’uomo e il rischio di Dio, p. 46 a: «quam multiplici itinere doctrina modernistarum ad atheismum trahat et ad religionem omnem abolendam» manca nelle più recenti edizioni dell’Enchiridion Symbolorum: H. Denzinger-P. Hünermann, ed. 38, Herder, Freiburg in B. 1999 (latino-tedesco); ed. 40, EDB, Torino 2009 (latino-italiano); Herder, España 2006 (latino-spagnolo). Vedi anche la nota 47 (a) e soprattutto 99 (a) in confronto con l’ed. Dz-Hünermann, Enc. Symb., EDB, Bologna 2001, dove manca il testo di Dz 2080 nel quale si individua il principio d’immanenza vitale come il principale capo della dottrina modernista.

Un breve testo, che sembra dello stesso Fabro, appariva nella copertina dell'ed. Studium (Roma 1967) mostrando il filo argomentativo del libro: «L’itinerario dell’uomo a Dio si presenta come il più arduo e il più pressante. Senza il riferimento all’Assoluto infatti tutti i valori restano sospesi e l’uomo è esposto al continuo rischio di essere travolto dalla temporalità e di smarrirsi nei trabocchetti della contingenza. – I vari tentativi di evadere il problema di Dio dell’ateismo nelle sue forme poliedriche fino alle contemporanee forme della cosiddetta “teologia della morte di Dio”, mostrano la dialettica mai risolta del dramma sconcertante dell’uomo che quaggiù non può attingere e possedere Dio, mentre avverte sempre in qualche modo di non poter stare senza Dio. – Dall’altra parte anche il tentativo, a cominciare da S. Anselmo e proseguito dal pensiero moderno fino ai nostri giorni, di attirare Dio all’interno del conoscere e di risolverlo in funzione della soggettività umana, ha mostrato l’illusione di siffatta pretesa e l’inevitabilità della perdita di Dio. Di qui si vede anche l’inefficacia della “volontà di dialogo” con gli atei che aggira il problema dall’esterno e non investe la responsabilità della persona nella fondazione ultima della verità e nell’impegno decisivo della libertà. – Per questo l’impegno teoretico, nella posizione del problema di Dio, è solidale con quello della libertà radicale dell’uomo e deve avere la precedenza su ogni sollecitazione contingente».

P. Marcelo Lattanzio, IVE
22 febbrario 2013

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