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Nuova pubblicazione «Partecipazione e Causalità»

Partecipazione e Causalità

Opere Complete, vol. 19

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L’ens esprime la sintesi primordiale da cui si attua la coscienza rispetto al suo infinito espandersi nelle varie sfere della vita conoscitiva e affettiva, della pratica e della tecnica: se è vero che per la grammatica e la logica pura ens ed esse da soli non dicono niente, non è men vero, anzi è assolutamente vero che qualsiasi termine del linguaggio così come ogni contenuto di coscienza non ha significato alcuno se non si rapporta all’essere, se non contiene e non è contenuto nell’essere. L’uomo comune e l’uomo d’azione, che sono sopiti al pensiero puro, non avvertono, o appena s’accorgono, che dietro e dentro le urgenze della vita sonnecchia l’essere così che occorre svegliare perchè non si esaurisca l’olio dello spirito e si spenga la fiaccola della verità: per molti quando viene l’ora del rendiconto, di fronte al tribunale della verità, è ormai troppo tardi. È questo l’alto insegnamento di Parmenide da cui siamo partiti ed al quale la nostra ricerca ha voluto far ritorno, rivendicando l’originalità dell’esse tomistico come «actus essendi».

Giustamente allora si può affermare che la speculazione filosofica è sorta e si sostiene unicamente mediante il concetto di essere: che il problema e il compito di ogni vocazione alla filosofia nasce dall’avvertenza dell’essere così che se qualcuno è stato «colpito» dall’essere, non può più indugiare e adagiarsi nell’immediatezza ma deve procedere al «fondamento» (Grund) della verità dell’essere.

Cornelio Fabro

Avvertenze riguardanti il volume

«Qualora la mia ricerca potesse continuare anche nell’ambito della causalità mi parrebbe che da essa riuscirebbe a pieno confermata la nostra persuasione essere nel Tomismo partecipazione e causalità armonicamente equilibrate, come se l’una da un proprio punto di vista, apparisse il fondo intelligibile dell’altra».

Così Fabro nella conclusione della sua eccellente opera giovanile La nozione metafisica di partecipazione (Opere Complete, vol. 3, 344). E aggiungeva l’illustre Autore, prima di finire: «Con la trattazione della partecipazione dinamica dovrebbe aver fine la ricerca “analitica” che abbiamo iniziata, e si potrebbe passare subito alla teoria tomista dell’analogia, che dovrebbe snodarsi quasi da sè, a partire dalla partecipazione statica e dinamica» (347). La desiderata trattazione venne però rimandata, e ci vollero vent’anni di faticose indagini e d’intensa e profonda maturazione speculativa perché venisse alla luce. Gli diede l’occasione un’invito a tenere un corso sull’argomento: «La promessa ha potuto essere mantenuta grazie all’invito da parte dell’ “Institut Supérieur de Philosophie” dell’Università di Lovanio di tenere per il 1954 il Corso annuale della “Chaire Card. Mercier” che ebbe per tema: “Participation et causalité”, di cui il presente volume costituisce la redazione definitiva » (Avvertenza al lettore, qui sopra a p. 9).

L’opera adempie dunque alla promessa e prospetta una trattazione della causalità e dell’analogia, «snodandola quasi da sé» alla luce della nozione di partecipazione. C’è però dell’altro, come si evince dal seguito dell’avvertenza appena citata, e da una preziosa dichiarazione che costituisce lo sguardo retrospettivo dell’ultimo Fabro, una ventina d’anni dopo:

Mentre La nozione metafisica di partecipazione del 1939 considerava la novità ed originalità del Tomismo originario (...) il tardo Partecipazione e Causalità del 1960 verificava un confronto diretto con la nuova storiografia circa la speculazione decisiva sull’essere dei Presocratici (specialmente Eraclito e Parmenide), oscurata da Platone e Aristotele, ignorata dalla Scolastica, ma ripresa espressamente e intensificata da Tommaso soprattutto dopo la conoscenza dei frammenti parmenidei riferiti nell’imponente commento di Simplicio alla Fisica aristotelica. Il carattere peculiare della nuova indagine è la sua risoluta proiezione dal classico e dal moderno verso il futuro: perciò le prospettive di Parmenide, Eraclito, Aristotele, Platone, Proclo, Pseudo Dionigi... si accompagnano e confrontano con quelle di Averroè, Avicenna, De Causis... fino all’età moderna con Kant, Hegel, Kierkegaard, Heidegger... L’indagine questa volta era centrata e prendeva il suo avvio dal punto di arrivo dell’opera precedente: la novità dello «esse» tomistico come «Punto di rottura» col formalismo essenzialistico della Scolastica, sia aristotelica sia agostinista, nella tensione avicenniana-averroista, e pertanto come «inizio di apertura» dialettica di convergenza-rottura (e viceversa) con il principio moderno della priorità fondante dell’atto di coscienza[1].

Sottoscriviamo volentieri le valutazioni dell’opera, fatte dal Bogliolo[2], che non sono, certo, esagerate. L’opera «... è una documentata risposta all’accusa lanciata dal filosofo tedesco Heidegger a tutta la filosofia occidentale (...). Il Fabro raccoglie l’accusa e, attraverso una stringente documentazione storico-critica ne mette in luce quanto contiene di vero e quanto contiene di falso». Si tratta di un discorso teoretico «... sostenuto e multiforme», ma «... non è soltanto un volume di indole teoretica», poiché «... l’opera contiene una critica storica del pensiero a orizzonte vastissimo». Fabro coglie il fondamento originario della metafisica «... in tutta la sua purezza», e fa una «valutazione critica di alta qualità», conducendo «... a fondo la critica del pensiero europeo su un doppio fronte, sul fronte esterno alla scolastica, da Parmenide a Heidegger, e sul fronte interno della scolastica stessa, dopo l’avvento del tomismo ». Fra «... i più valorosi studiosi contemporanei», Fabro «... occupa senza dubbio un posto d’onore»; la sua «nuova poderosa opera» è destinata «... a segnare un’impronta non passeggera...», di modo che, ed è l’ultima e stupenda battuta, «nessuno che prenda sul serio la speculazione filosofica, potrà mai disinteressarsi di questo studio».

Chi vorrà approfondire la ricerca, ricaverà non pochi frutti dalla lettura dei saggi da Fabro stesso ritenuti esplicativi e integrativi, raccolti nel volume Tomismo e pensiero moderno (PUL, Roma 1969), e specialmente: «Intorno al fondamento della metafisica tomistica» (165-222); «Dell’essere, dell’ente e del nulla» (223-241); «Per la determinazione dell’essere tomistico» (243-270); «Le retour au fondement de l’être » (271-290); «Per un tomismo essenziale» (5-19); «Breve discorso sull’essere» (359-380); «L’esse tomistico e la ripresa della metafisica» (381-407).

P. Christian Ferraro, IVE
8 luglio 2010

 

[1] «Appunti di un itinerario», in Aa.Vv., Essere e libertà. Studi in onore di Cornelio Fabro, Maggioli Editore, Rimini 1984, 27.
[2] Cfr. L. Bogliolo, «Partecipazione e causalità secondo S. Tommaso d’Aquino», Filosofia e vita II, 6 (1961) 70-73.

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