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Tra Kierkegaard e Marx

Opere Complete, vol. 9

L’uomo moderno cerca un colloquio essenziale e non vuol più credere ai «surrogati della salvezza» in cui si è esercitato l’illuminismo, l’idealismo e il positivismo: la Ragione, l’Idea, la Scienza... e quanti altri assoluti l’uomo si è fabbricati con le sue mani, si sono infranti, lasciando l’uomo in preda allo smarrimento per l’incombente minaccia delle forze elementari dello spirito e della materia che ora si scatenano nel mondo. Le «libertà» quali sono prospettate dall’esistenzialismo e dal marxismo presentano le stesse incognite del potenziale della bomba atomica a cui resta sospesa la sopravvivenza della nostra civiltà: è alla libertà dell’uomo, alla sua decisione, che tocca decidere del suo essere e di quello del mondo. Si tratta soltanto di vedere se la decisione dell’uomo si consolida in se stessa, nel suo divenire, o se esige una dimensione metafisica e quindi teologica. Il marxismo e gran parte dell’esistenzialismo si accordano per la «chiusura» nell’immanenza, ma il loro discorso diventa sempre più solitario e l’uomo contemporaneo perde sempre più contatto col suolo fermo dell’Assoluto su cui i nostri avi hanno costruito l’arte e la civiltà che tuttavia ancora respiriamo. Dirà la seconda metà di questo nostro secolo se lo spirito avrà raccolto le sue energie per arginare le forze di risucchio della disperazione o se affranto si esporrà alla vertigine delle forze ch’egli può ben scatenare ma non dominare.

Questi saggi, scritti nell’immediato dopoguerra, volevano individuare soltanto alcuni punti di maggior pressione per un orientamento ideologico delle nuove correnti, indispensabile per sentirne l’accento di schietta e radicale umanità. Avrebbero voluto essere quasi un «Protrettico», un libro di consolazione, al modo degli antichi che sapevano chiedere alla filosofia la fiducia di non smarrirsi nel turbine della temporalità.

Cornelio Fabro

Avvertenze riguardanti il volume

Il libro Tra Kierkegaard e Marx. Per una definizione dell’esistenza (d’ora in poi TKM) ebbe due edizioni: la prima edita da Valecchi, Firenze 1952 (= I); la seconda come volume di una Collana diretta da Luigi Castiglione (Biblioteca Universale Cristiana) nell’edizione Logos, Roma 1978 (= II). La Collana includeva, fra altri, autori famosi: George Bernanos (Scandalo della verità), Jean Guitton (L’amore divino), Léon Bloy (Nelle tenebre), Charles Péguy (Ragione, socialismo e libertà), Jacques Maritain (Primato dello spirituale), e Sören Kierkegaard (Scritti sulla comunicazione, trad. it. di C. Fabro). La presente edizione riproduce il testo della II.

«Malgrado la vicinanza geografica, questi due profeti del nostro tempo [Kierkegaard e Marx] non si conobbero né ebbero la possibilità di mettere a confronto le proprie posizioni» (TKM p. 7). L’intento di Fabro in questi saggi è precisamente di realizzare questo confronto. In essi vengono chiarite molte idee a coloro che desiderano risalire alle origini della crisi della cultura contemporanea. Queste pagine permettono di vedere le insufficienze teoretiche del marxismo e i positivi sviluppi delle filosofie esistenzialiste, a condizione di essere purificate: «il primo passo quindi dell’Esistenzialismo è una sconfessione radicale del presupposto essenziale dell’idealismo di tutti i colori: checché sia degli altri passi fatti nei diversi Esistenzialismi» (TKM p. 120).

La finalità di questo libro è chiaramente espressa dall’autore nella prefazione: «questi saggi, scritti nell’immediato dopoguerra (1946), volevano individuare soltanto alcuni punti di maggior pressione per un orientamento ideologico delle nuove correnti, indispensabile per sentirne l’accento di schietta e radicale umanità. Avrebbero voluto essere quasi un “Protrettico”, un libro di consolazione...» (TKM pp. 6-7).

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In nota finale alla prima edizione appariva la seguente precisazione: «Il volume raccoglie alcuni articoli e Comunicazioni di Congressi apparsi in Atti e Riviste tra il 1946 e il 1950, lievemente ritoccati e aggiornati. L’ultima parte del saggio: Aporie dell’ideologia comunista, che tratta dell’intervento di Zdanov nella condanna della Storia della filosofia di Alexandrov, è inedita e si pubblica qui sulla base dell’unica fonte a me accessibile cioè la Rassegna della stampa sovietica che ne ha fatta la traduzione italiana integrale. // Gli ultimi sviluppi degli studi kierkegaardiani, come del pensiero di Heidegger e Jaspers, a cui si accenna nei vari saggi, saranno oggetto di una prossima pubblicazione» (TKM I, p. 239).

Il primo capitolo «Kierkegaard e Marx» è una comunicazione di C. Fabro pubblicata negli Atti del Congresso Internazionale di Filosofia, promosso dall’Istituto di Studi Filosofici, realizzato a Roma dal 15 al 20 novembre 1946, vol. I: Il Materialismo storico, pp. 3-16.

Il secondo capitolo «Aporie dell’ideologia comunista» apparve più abbreviato nelle ultime pagine della rivista Doctor Communis, Marietti 1949, pp. 180-192.

Il saggio «I fondamenti dell’ateismo marxista» (terzo capitolo del presente volume) fu pubblicato in Humanitas V (1950) pp. 435-449.

Con leggere varianti il capitolo «Il significato dell’Esistenzialismo», apparve pubblicato negli Acta Pontificia Academia Romanae S. Thomae Aq., vol. XIII: Esistenzialismo. Atti della settimana di Studio indetta dall’Accademia di S. Tommaso, 8-13 Aprile 1947, ed. Marietti, Roma 1947, pp. 9-39.

Il quinto capitolo «L’uomo di fronte a Dio in Soeren Kierkegaard», apparve pubblicato in Euntes Docete. Commentaria Urbaniana, Roma 1949, pp. 291-320 e con posteriorità nella Collectio Urbaniana, Series I - Colationes, Roma 1950, pp. 3-32.

Infine il sesto capitolo «Esistenzialismo e pensiero cristiano», fu pubblicato con leggere varianti sotto il titolo: «Esistenzialismo e pensiero teologico», nel libro L’Esistenzialismo, Firenze 1950, pp. 16-43.

Mentre nella prima edizione del 1952 le note compaiono a piè di pagina, nella seconda edizione del 1978, invece, appaiono alla fine di ogni capitolo. Il numero al margine delle note evidenzia l’interruzione di pagina nella seconda edizione. Per i nomi degli autori citati si segue il criterio editoriale della prima edizione. I capitoli della prima edizione vengono indicati solo con il titolo, senza numero, e le divisioni all’interno di ogni capitolo seguono la numerazione romana.

I testi del Diario di Kierkegaard sono stati tradotti dallo stesso Fabro dalla ed. integrale danese (20 vol. Copenaghen, Gyldendal Forlag, 1909-1948). Mentre C. Fabro scriveva alcuni dei capitoli di TKM apparve pubblicata una sua nuova traduzione italiana dei testi di K., principalmente del Diario, Morcelliana, Brescia, vol. I (1948); vol. II (1949); vol. III (1951) perciò alcune parole, espressioni, giri di parole, ecc. non coincidono con il nostro testo.

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All’interno di questa opera il lettore troverà chiarimenti e apprezzamenti personali di Fabro sull’esistenzialismo, e in particolare su Kierkegaard, che bisogna tener in conto al momento di giudicare la stessa opera di Fabro (cfr. TKM pp. 113. 116. 130). Forse il seguente testo può servire da «campione»: «Non intendo affatto di fare l’apologia dell’Esistenzialismo perché esistenzialista non sono e da quel che finora ho visto della nuova filosofia, prevedo che difficilmente potrò esserlo in avvenire, almeno secondo l’uno o l’altra delle forme ora in voga: Kierkegaard compreso, benché egli sia ancora il più vicino a una posizione metafisica autentica. Tuttavia, l’affermazione della libertà, della personalità ovvero della soggettività metafisica, fatta dall’Esistenzialismo, costituisce un inizio nuovo e valido per la posizione del problema della verità, della salvezza dell’uomo. Esso rompe la catena della necessità spinoziana che il divenire hegeliano, così come quello gentiliano, avevano trasposto nella storicità dell’oggettività, e ripropone i termini della vera dialettica o lotta reale dei contrari: mondo e spirito, soggetto e oggetto, società e singolo, conoscenza e libertà ecc.» (TKM pp. 120-121).

P. Marcelo Lattanzio, IVE
6 giugno 2009