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Problemi dell’Esistenzialismo

Opere Complete, vol. 8

La filosofia dell'esistenza... la quale con Kierkegaard si era proposto di strappare all'uomo las maschera dell'ipocrisia e di stimolare l'anima a cercare Dio solo, per vivere alla sua presenza, sta oggi diventando filosofia di Scuola: teoria e sistema della finitezza terrestre e del destino inevitavile; dando nelle secche di una «hybris» presuntuosa e sfrenata. L'Esistenzialismo, se non vuole smentire se stesso, deve saper ritrovare la via stretta dei suoi inizi e tener fede al suo primo programma di umana sobrietà e religiosa sincerità. A questo ritorno mirano le brevi pagine di questi saggi.

Cornelio Fabro

Avvertenze riguardanti il volume

Lo scopo delle brevi pagine di questo volume è chiaramente indicato dall'A. nella sua Prefazione: «L'Esistenzialismo, se non vuole smentire se stesso, deve saper ritrovare la via stretta dei suoi inizi e tener fede al suo primo programma di umana sobrietà e religiosa sincerità».

«Problemi dell'Esistenzialismo» apparve nel 1945, come numero 8 di una collana («Frontiere») che intendeva «raccogliere brevi saggi e studi su argomenti... filosofici e religiosi di maggiore interesse e di più sentita attualità, sui quali proiettare la luce del pensiero e dell'insegnamento cristiano».

I capitoli o meglio «i saggi vogliono solo mettere a fuoco alcuni punti più caratteristici della nuova filosofia onde risvegliare nelle parti contrastanti una coscienza più viva e spregiudicata delle questioni, al di sopra delle comode posizioni di scuola» (Nota Bibliografica, II). Per una esposizione più ampia dei punti più caratteristici dell'esistenzialismo, il Fabro rimandava ad una sua opera precedente: «Introduzione all'Esistenzialismo» (1943).

Il presente volume riproduce alcuni articoli o saggi, pubblicati separatamente, con importanti modifiche e aggiunte, e varianti leggere nel titolo. Il capitolo I, Filosofia dell'esistenza, riproduce l'articolo pubblicato nell'Acta Pont. Academiae Romanae S. Thomae Aq. et Religionis Catholicae, vol. VIII, Roma 1943, pp. 154-191, sotto il titolo: L'Esistenzialismo; il c. II, Esistenzialismo, Idealismo e Realismo, nell'Acta Pont. Accademiae Romanae S. Thomae Aq. et religionis catholicae, vol. IX, Roma - Torino 1944, pp. 242-263, sotto il titolo: Esistenzialismo e Realismo; il c. III, Analitica dell'esistenza, nel volume L'Esistenzialismo, Studium, Roma 1943, pp. 11-33; il c. IV, La religiosità della filosofia, nell'Archivio di Filosofia, XIII (1943) 3-16.

I problemi sollevati dall'Esistenzialismo e sopratutto da Sören Kierkegaard (1813-55) influirono in modo notabile nello sviluppo del pensiero di C. Fabro, come lui stesso dichiara: «Tre mi sembrano le direzioni fondamentali di una ricerca... alla quale ho cercato di rimanere fedele...: 1° l'approfondimento della nozione di partecipazione; 2° La determinazione dell'essenza metafisica del principio moderno d'immanenza come “ateismo radicale”; e 3° Il recupero del realismo classico-cristiano nell'Esistenzialismo metafisico di Kierkegaard contro l'antropologismo ateo dell'immanenza moderna». «Posso e devo dire che il mio incontro con Kierkegaard è stato decisivo, non meno con S. Tommaso, Kant, Hegel, Marx... E come la metafisica di Tommaso mi ha liberato per sempre dai formalismi e dalle vuotaggini delle controversie scolastiche, così l'Esistenzialismo cristiano di Kierkegaard mi ha liberato dal complesso d'inferiorità verso il pensiero o, più esattamente, verso la baraonda dei sistemi a getto continuo della filosofia moderna e contemporanea, rivelandomi il loro sottofondo antiumano prima che antricristiano» (Appunti di un itinerario, in Essere e libertà. Studi in onore di Cornelio Fabro, Rimini 1984, pp. 17. 63-64).

P. Marcelo Lattanzio, IVE
20 settembre 2008