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4 maggio 2004: Un primo incontro

Sommario

- Ieri, 4 maggio, nel primo incontro...

- Omelia P. Andrea Meschi - Superiore generale degli stimmatini

- Un Sacerdote ecclesiale: Beato Gaspare Bertoni

 

4 maggio 1995 - 4 maggio 2004

Ieri, 4 maggio, nel primo incontro tenutosi a Santa Croce in Via Flaminia, il Superiore Generale degli Stimmatini, Padre Andrea Meschi ha dato inizio alla serie d’incontri commemorativi in preparazione al 10º anniversario della morte di Cornelio Fabro.

Ha annunziato a grandi linee il programma che prevede appuntamenti in diverse città d’Italia, principalmente a Roma, nelle università dove insegnò P. Fabro.

Rese nota l’esistenza di un “Comitato per le celebrazioni” sotto la direzione della “Congregazione delle Stimmate” che ha già dato inizio alle attività. L’appuntamento successivo sarà a Flumignano (Udine) il prossimo 26 giugno: “L’umanità di Cornelio Fabro”.

Durante la celebrazione della Santa Messa e in presenza di tanti fedeli amici, discepoli e figli spirituali di Cornelio Fabro, Padre Meschi ha tenuto l’omelia su “Cornelio Fabro e lo spirito bertoniano”.

 

Omelie P.Andrea Meschi - Superiore generale degli stimmatini

 Vi ringrazio della vostra presenza qui, questa sera, nell'anniversario della morte di Padre Cornelio Fabro, nostro confratello. Ringrazio i fedeli della Parrocchia di Santa Croce al Flaminio e tutti coloro che a diversi motivi sono stati amici e discepoli di don Cornelio, estimatori della sua scienza, del suo insegnamento e della sua persona.

Da questa celebrazione, durante quest'anno intero, parte la volontà di scandire il tempo con diversi incontri ed in diversi luoghi ricordando la poliedrica figura di questo religioso, sacerdote e studioso.

Ma il primo gesto è essenzialmente un gesto religioso, perché innanzitutto P. Fabro prima ancora di essere insegnante, filosofo, teologo è un cristiano, un religioso un sacerdote, un fedele di Dio.

 Allora è l'Eucaristia il luogo eccellente in cui ogni discepolo di Cristo s'incontra con il mistero della morte e con la speranza della risurrezione della propria vita, costruita ad immagine di colui che ci ha preceduti ed è il nostro maestro: Cristo Signore.

Ricordo sempre quel breve aneddoto che P. Cornelio steso raccontava. Quando una volta incontrando Paolo VI, Papa che aveva particolare stima di lui gli chiese con fare semplice se poteva fare qualcosa per lui: P. Cornelio Fabro rispose: "Certamente: una preghiera per me".

Ma continuò il Papa: "Che cosa posso fare di specialissimo per voi?" (qualcuno insinuava che qui era contenuta l'ipotesi di una nomina ecclesiastica importante) e P. Fabro incalzando: "Santità, una preghiera 'speciale' per me".

Noi siamo qui per questa preghiera speciale. Altri momenti durante questo anno ricorderanno le sue intuizioni filosofiche, il suo apporto alla scienza e al pensiero cristiano ecc., noi oggi siamo qui per pregare per lui, e per la sua vita che non ha fine che prende forma nelle braccia dell'Essere Supremo tante volte da lui meditato.

Penso che sia importante per ogni discepolo di Cristo nella sua ricerca di Dio nel cammino della santità che è imitazione di Cristo accanto alla grandezza della mente umana affidare alla misericordia di Dio anche la propria debolezza.

Come religioso stimmatino P. Fabro ha avuto davanti a sé anche il cammino di santità del nostro fondatore San Gaspare Bertoni.

Vi verrà consegnato questa sera una piccola sintesi sulla vita del nostro fondatore che lui ebbe a scrivere, scegliendo da una vita poliedrica alcuni aspetti della sua spiritualità.

Vedo in questo lavoro una specie di preferenza di alcuni aspetti della vita del Bertoni, affini probabilmente alla spiritualità di don Fabro e sui quali egli misurava il suo cammino di fede cristiana.

La dinamicità della sua vita di Fede

P. Cornelio chiama dinamicità della sua vita spirituale.

Essa si concretizza in:

Ricerca di Dio nella preghiera e nella meditazione

Sono molteplici le esperienze "mistiche" del nostro Fondatore che don Cornelio riprende nel suo intervento. Esse nascono all'interno di una profonda e continuata preghiera.

Nella Messa alla Consacrazione, sentimento assai vivo della presenza di Cristo come d'un amico parla all'altro amico: e ancora della presenza del Padre, sentendo in certo modo ancor la distinzione di queste divine Persone in una sola natura. Gran riverenza ed amore: durò mezz'ora anche dopo il raccoglimento (Memoriale Privato 11. 01. 09).

E Padre Cornelio è sempre stato un uomo di preghiera.

"P. Cornelio – dice p. De Paoli nel discorso tenuto durante la liturgia funebre – ha coltivato sempre la ricerca personale della verità, ha dato un contributo forte alla riflessione su Dio, una ricerca che gli è stata aperta dall'incontro con il pensiero di San Tommaso. Ha dato un contributo fondamentale al dramma dell'ateismo che nelle sue varie forme caratterizza l'epoca moderna e contemporaneamente ha ripreso più volte il tema dell'esistenza di Dio".

Sono sue parole: "…Se no si ammette la presenza di un Dio personale, di una Persona che ha fatto passare l'uomo da non essere all'essere, che ci tiene in vita, che ha dato speranza all'uomo di essere oltre il tempo e lo spazio, se non si parte da questo la vita non ha più colpi d'ala, è finita e la conoscenza è morta. Se la vita non la si gioca davanti a Dio e davanti a Cristo, la si gioca davanti a niente ed anche la morte è ridotta a nulla".

Abbandono nel Signore nelle vicende della vita

"Fidati di Dio che è un bel fidarsi" una espressione caratteristica della spiritualità del nostro Fondatore.

Come le vie di Dio sono diverse dalle vie degli uomini! Beati coloro che le imparano bene: non si smarriranno quando occorre, come Abramo padre di tutti i fedeli, che ha creduto contro ogni speranza. Beati quelli che chiudono gli occhi della propria corta veduta, quando la sapientissima Mano di Dio prende la nostra per guidarci e condurci! (Lettera al Bragato n°7, Ep. pag. 322).

…Pochissimi sono coloro che conoscono quello che Dio farebbe di loro, se Egli non fosse ai suoi disegni da essi impedito. (Lettera alla Naudet n° 21, Ep. pag. 66).

Beato colui che si perde in questo abisso! Che si getta con coraggio e naufraga in questo oceano! Mai è più sicuro un bambino di quando, addormentato in collo a sua madre, abbandona ogni pensiero e sollecitudine di sé. Egli non vede, non sente e non parla. Ma per lui vede, ode e parla e opera sua mamma. E quando lei vuole, e se vuole, può svegliarlo, standole così vicino (Lettera alla Naudet n°27, Ep. pag. 96).

Fiducia in Dio che si manifestò nel seguire i segni del tempo nella scelta del suo apostolato, nel seguire le indicazioni della storia per il cammino di inizio della sua congregazione e nel leggere la mano provvidenziale di Dio nella sua lunga malattia (oltre trent'anni).

Vedo un cammino di abbandono e fiducia in Dio raffinarsi nella vita di P. Cornelio con l'avvicinarsi della sua morte. Preparare con la puntigliosità e l'attenzione del grande incontro della vita.

Lo testimonia P. Nello, suo amico e confidente, in una lettera:

In questa Casa religiosa in completo isolamento, ho potuto raccogliermi e preparare l'anima nell'impetrare la divina misericordia. Ora tutto mi abbandono alla sua Volontà… Ho pregato e continuo a pregare per te e per il tuo lavoro. Mettiamo tutto nelle mani di Dio… Ringrazia per me il Signore per gli aiuti continui e potenti coi quali ha illuminato, quasi passo per passo il lavoro di ricerca e difesa della verità con un'opportunità e delicatezza infinita.

A servizio della Verità nella Cultura

S. Gaspare fu uomo ricco di sapienza divina e di vasta erudizione. Oltre al campo teologico e morale, la sua cultura si estendeva alla filosofia, alla storia, alla letteratura, alle lingue classiche, alle scienze naturali.

Lo scopo dei suoi studi era eminentemente apostolico. L'applicazione costante e con metodo nell'approfondimento dei Padri, dei Commentatori della Bibbia, nella applicazione dei principi di moralità propugnati da sant'Alfonso Maria de Liquori. La consultazione delle biblioteche, gli avevano fatto raggiungere una chiarezza e una lucidità mentale che gli permettevano di mettere immediatamente a fuoco il centro dei problemi e di procedere per gradi alle dilucidazioni.

E della cultura due piccole testimonianze.

Nel costruire il convento nuovo delle stimmate in Verona egli volle che anche architettonicamente, secondo il pensiero classico il luogo della biblioteca fosse in particolare evidenza. Ed in questa biblioteca per tanti anni ha racimolato libri di tutti i generi, dal teologico allo scientifico, che formano oggi una sua preziosa eredità.

E voleva, per i suoi tempi una conquista unica, che i sacerdoti fossero dottissimi e che arrivassero al sacerdozio non prima dell'età di trent'anni (allora si usava prestissimo) per poter avere tutto il tempo per lo studio.

P. Cornelio: l'uomo dello studio. Fin da giovane lo nota don Nello nei brevi tratti della sua biografia ha avuto uno spassionato amore allo studio.

P. Cornelio Dice p. De Paoli nel discorso tenuto durante la liturgia funebre:

Ha coltivato sempre la ricerca personale della verità, ha dato un contributo forte alla riflessione su Dio, una ricerca che gli è stata aperta dall'incontro con il pensiero di San Tommaso. Ha dato un contributo fondamentale al dramma dell'ateismo che nelle sue varie forme caratterizza l'epoca moderna e contemporaneamente ha ripreso più volte il tema dell'esistenza di Dio.

E' impossibile fare l'elenco dei ruoli di cultura che egli ha coperto, dei momenti di scienza che ha spezzato con tanti studenti. I prossimi incontri in questo anno commemorativo lo faranno.

Sappiamo come un grande ricercatore di libri in Italia e all'estero e seguiva il suo fiuto dal "cane da Tartufi" ed oggi la sua biblioteca con una lavoro paziente di catalogazione e restauro può essere ripresentata a noi dalla Pontificia Università di Santa Croce.

A servizio della Chiesa

S. Gaspare ha vissuto in un mondo scosso da grandi e radicali cambiamenti: la rivoluzione francese, guerre, il crollo degli imperi e la nascita delle nazioni, le persecuzioni contro la Chiesa, la prima industrializzazione e la questione sociale.

Praticamente egli è stato testimone dei mutamenti epocali e di pensiero che caratterizzarono l'Europa dal 1789, inizio della Rivoluzione francese e il 1848, anno del Manifesto comunista di Carlo Marx.

Il periodo storico in cui visse S. Gaspare fu per la Chiesa tempo di grandi tribolazioni e di purificazione, ma anche di grandi testimoni.

E alla Chiesa donò il suo ardore apostolico in diverse opere ed attività, con un amore fedele sviscerato al Papa e al suo Vescovo.

La famigliarità che p. Fabro ha avuto con numerosi Sommi Pontefici, la su partecipazione alla preparazione e alle fasi celebrative del Concilio Vaticano II, la sua consulenza pluriennale con la Congregazione della Dottrina della Fede, indicano il suo grande servizio alla Chiesa, fatto sempre con un amore spassionato di figlio.

Nell'apostolato

Il 12 Giugno 1853 nel momento in cui il Bertoni moriva, i suoi figli erano in giro per la città di Verona alla catechesi del pomeriggio domenicale in parrocchie diverse.

Un fatto significativo del suo ardore pastorale che durante tutta la vita lo ha portato nella Chiesa veronese ad essere presente come educatore in seminario, predicatore delle missioni al popolo, consigliere di diversi ordini religiosi che stavano nascendo, con gli appestati negli ospedali, sotto una piccola tettoia con i ragazzi del quartiere.

Posso dire del suo Zelo apostolico in modo superlativo. Il suo confessionale, che era accanto al mio, lo vedevo sempre affollato di fedeli per tutta la mattina delle domeniche e feste. Alle ore 12 usciva per celebrare la S. Messa, con quelle famose omelie, che venivano ascoltate da una folla strabocchevole.

La parrocchia di Santa Croce ha goduto per parecchio tempo la sua presenza sacerdotale, anche se non dobbiamo dimenticare che il suo vero apostolato è stato l'insegnamento e la ricerca della verità nella convinzione che per il cristiano e per il sacerdote, lo scrivere, e prima il cercare e il pensare, diventa "atto di Amore".

Ritorna l'immagine del Buon Pastore nella liturgia di questa serata: riferita innanzitutto al nostro Pastore che ama le sue pecore e per loro dà la vita.

Ma come non scorgervi in controluce, proprio perché siamo nati per "rivestirci di Lui" la vita di P. Cornelio e di tutti coloro che per vocazione si sono messi al servizio del Regno nella Chiesa.

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